Diabete t1 e vergogna

06 | 09 | 2021
Estate.
Diabete tipo 1.
Vergogna.
Nella testa, i pensieri rimbalzano tra le parole:
“Non voglio farmi vedere.
Non voglio che mi chiedano.
Non ho voglia di dare informazioni.
Mi voglio abbronzare.
E se conosco qualcun° cosa gli dico?”
La tecnologia,
le punture,
le paure,
la vergogna, in estate tornano in primo piano e con le scollature i sensori e i microinfusori parlano di noi.
Ma questo talvolta può far sentir diversi, alcune volte sbagliati, alcune volte semplicemente non ci va.
Di parlare,
di sentire,
di spiegare,
di mostrare.
Non ci va di mostrarci, si vorrebbe sparire, dimenticare,
essere invisibili o essere visti semplicemente come gli altri. Quelli senza sensori, quelli definiti normoglicemici.
In estate l’esaurimento da diabete di tipo 1 ci mette un po’ più in crisi, perché ci espone.
Agli occhi,
al giudizio,
ai commenti,
alle domande.
D’estate si vorrebbe una vacanza anche dal diabete tipo 1, quello che ci obbliga a controllare,
ad ascoltarci,
a decidere,
a ricordare.
La vergogna, potrebbe essere quello stato che ci accompagna che ci fa sentire piccoli e a volte, soli.
I sensori sono antenne, attirano attenzioni, fantasie e a volte stanchezze.
Ma allo stesso tempo attirano persone, quelle stesse con le quali ti capisci, anche solo con uno sguardo.
Con le quali condividere una storia, un mondo, un sorriso.
Con le quali Jack sparisce dalla vista.
E con lui, spariscono le paure, la vergogna, i giudizi.
E ci si mette alla luce,
e si risplende.
E si guarda il cielo ricoperto di stelle e si esprime quel desiderio.
Ognuno il suo.
Magari la cura,
o forse l’amore.
O perché no, la serenità.
Perché non siamo soli, basta alzare lo sguardo e siamo tutti qui.

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