Bici & ipo

22 | 09 | 2021

DIABETE DI TIPO 1 E BICICLETTA
Vi racconto il mio primo episodio di ipoglicemia e panico in bicicletta.
Avere il diabete di tipo 1 obbliga a gestire ogni minimo passo, ogni scelta va ponderata e oggi ho commesso un errore.

244 in salita.
Correggo.
Decidiamo di uscire in bicicletta dopo il pranzo della Pasquetta.
Dopo 15 minuti decido di misurare.
159 in discesa.
Dopo 10 minuti decido di misurare.
Mi compare la scritta maledetta:
Riprovare tra 10 minuti perché il sensore non rileva la glicemia.
Ecco. Quella frase mi manda in tilt il cervello.
Qualsiasi decisione a mente lucida permette di mantenere la calma.
Io in quel momento vado in confusione.
Prendo subito la coca cola e aspetto.
Ancora non funziona il sensore.
Solitamente è perché la glicemia sta scendendo o salendo troppo velocemente.
Così decido di fare la capillare.
59.
Entro in panico.
Ci sediamo vicino ad un campo e iniziano quei pensieri che ben conosciamo.
Le catastrofi più incredibili iniziano a vagarmi in testa.
Non le reggo e arriva il panico da sotto la pelle.
Prendo lo zucchero.
Ma non basta a tranquillizzarmi.
Mi sale la paura, quella da lacrime e così a bordo strada, seduti per terra, con le bici appoggiate inizio a piangere.
Ed è lì che un T3 diventa magico.
Perché lui arriva, mi contiene con tutto l’amore del mondo.
E torno a respirare.
La nebbia nella testa inizia a rallentare la sua corsa.
I pensieri aprono lo spiraglio alla realtà.
Sono ferma, sicura, con tutto ciò di cui necessito per stare bene.
Lo zucchero c’è, l’aiuto c’è.
E basta una battuta, un bacio e mi calmo.
Il sensore ricomincia a segnare la glicemia.
Sta salendo.
Sono tornata.
Mi scrollo di dosso tutta la paura e respiro.
Profondamente.
Qui ed ora.
Siamo così.
Nel qui ed ora.
Radicati nella terra.
E ricomincio.
Il terremoto è passato.
La terra torna liscia e sicura.
L’amore trionfa.
Lo zucchero pure.
E sorrido.
Ce l’abbiamo fatta

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