Si sa che la vita del T1 è scandita da
“Cosa mi serve?”
“Cosa mi manca?”
E il T1 diligente ha sempre tutto con sé.
Poi ci sono io,
una vita piena di dimenticanze.
Se ci fosse qui mia madre, mi direbbe che mi ha allevata a pane e latte, ma che qualcosa negli ingranaggi della mia memoria non ha funzionato.
Sono sbadata a volte,
dimentico gli oggetti,
perdo le chiavi,
insomma faccio una cosa mentre ne sto pensando altre mille.
Così perdo il focus.
Ma fintanto che le dimenticanze riguardano la vita quotidiana domestica è un conto,
Ma quando a essere dimenticati sono:
bustine di zucchero e glucometro,
la musica allora cambia.
Cambia perché per la maledetta legge di Murphy,
è nel giorno della dimenticanza che succedono le cose.
“Se qualcosa può andar male, andrà male”.
Ma nella legge di Murphy, l’altra caratteristica oltre al paradosso è l’ironia. E a volte, penso che Murphy sia un mio avo.
Così ieri sera, io e Nicola andiamo a Teatro, lui doveva fare una lettura per un progetto legato alla giornata mondiale del libro e io l’ho accompagnato. (Un evento bellissimo del gruppo
Poems From The Red Zone che potete trovare su Facebook, a cura di
Gianmarco Busetto Page )
Così, lui entra a teatro e a mezz’ora dall’inizio della sua lettura, sento un’ipoglicemia arrivare.
Misuro.
68 in discesa.
Penso agli allarmi che non hanno suonato e a cosa servono se non funzionano quando devono.
Apro il reparto “cose di Jack” nel mio zainetto giallo e scopro che:
• ho terminato lo zucchero
• • non ho preso il glucometro
Mi guardo attorno e vedo che sono circondata da bar, gelaterie, pasticcerie.
Penso, “ma che fortuna”.
Tiro fuori il portafoglio e mi ricordo di aver fatto benzina con gli ultimi €20 che avevo prelevato il giorno prima.
Panico.
In quei momenti il mio cervello pensa ad una velocità sostenuta, come a dire: “sfrutto le ultime energie per sopravvivere”.
Trovo due caramelle nella borsa, prese una settimana prima nell’ufficio di un cliente, pensando: “non si sa mai”.
Brava mi dico.
Ottima deduzione.
Penso che la soluzione sia quella di trovare una banca, prelevare e prendere un gelato.
Buono
Fresco
Pieno di zucchero.
Trovo la Banca.
Banca chiusa.
Chiedo al tabacchino affianco dove posso prelevare e mi indica un posto lontanissimo.
Penso che con la glicemia così non ci arrivo.
Giro l’angolo e trovo un panificio.
Ottimo.
Ma la glicemia iniziai ad offuscare la mia mente.
E così, alla domanda: “prego, di cosa ha bisogno?” Inizio a indicarle cose a caso.
Due panini croccanti, un sacchetto di patatine, un the freddo e delle caramelle.
Pago con il pos, ma dice di non averlo.
E adesso??
Le spiego che devo ascoltare il Reading dalla parte opposta della strada e non appena il mio ragazzo avrà finito, le porterò i soldi.
Lei annuisce, credo avesse capito la mia situazione di emergenza.
Prendo la borsa e inizio a divorare patatine e thè. Come una pazza,
seduta da sola fuori da un teatro ad ascoltare da una cassa le voci meravigliose
all’interno del teatro.
Poi iniziai Nicola,
legge il suo brano,
una lettera d’amore.
E tra una patatina,
una caramella e un thè finisco per commuovermi.
Ironica la vita no?
Alla fine riesco sempre ad innamorarmi.