La scala di Escher

22 | 09 | 2021

La scala di Escher, o meglio di Penrose.

Stamattina leggevo di questa scala in un post su Facebook, così sono andata a curiosarne la storia e vi cito le parole di Wikipedia:

“La scala di Penrose, anche nota come scala infinita o impossibile, è un esempio di illusione ottica, descritta dai matematici inglesi padre e figlio Lionel e Roger Penrose insieme ad altri oggetti impossibili in un articolo pubblicato nel febbraio del 1958.[1] Si tratta della rappresentazione bidimensionale di una rampa di scale che muta la propria direzione di 90 gradi quattro volte mentre la si sale o la si scende, per ritornare al punto di partenza in un giro infinito.”

Mi hanno colpito le ultime parole,

“la si sale o la si scende, per ritornare al punto di partenza in un giro infinito”,

la mia mente ha sobbalzato per l’assonanza con il T1.
Salire, scendere, infinito.
Molte volte ho cercato un’immagine nella mia testa e nei miei racconti che potesse spiegare senza troppi giri di parole, la nostra quotidianità.
Soprattutto a coloro che il T1 non lo conoscono e mi chiedono:

” Ma com’è vivere con il Diabete tipo1?!”

Alla fine, eccola.
Questa scala, rappresenta il nostro ciclo continuo, il nostro appoggiare i piedi negli stessi solchi del giorno prima.
Ricominciando ad ogni buchino sulla pelle, ad ogni ematoma, ad ogni ipo, ad ogni iper.
Si ricomincia, su e giù nei gradini della nostra pazienza e del nostro coraggio.
Su e giù, nella ricerca di un equilibrio.
Io però, vedo più colore.
Non vedo una scala bianca e nera.
Vedo colore e vedo un gradino in più ogni giorno.
Perché si ricomincia, ma da una consapevolezza nuova ogni giorno.
Si ricomincia assaporando nuove direzioni.
Anche se i nostri piedi toccheranno gradini a noi conosciuti, stiamo andando avanti.
Non indietro.
Si riparte sempre da noi, ma una versione migliore di noi.
Ogni giorno.
Un bel respiro…
E si ricomincia.

“Ma com’è vivere con il Diabete tipo 1?”

È vivere.
Scavare dentro di noi.
Sbagliare.
Azzeccare.
Tornare.
Avanzare.
Controllare.
Ma,
È vivere.
A colori.
A gradini.
Ma,
È vivere.
Con amore

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